Sindrome da rientro: come gestire in modo sano il ritorno alla quotidianità

In questi giorni, parlando con i pazienti ma anche con le persone che fanno parte della mia vita personale, ho avvertito da più parti la difficoltà a riprendere i ritmi quotidiani, scanditi dagli impegni e dalla ripresa delle incombenze familiari e professionali.  

Cos’è la sindrome da rientro

La “sindrome da rientro” è un concetto su cui si sono fatte molte ricerche scientifiche e possiamo definirla come quella sensazione di malessere psicologico e fisico che proviamo quando al ritorno dalle ferie facciamo fatica a riadattarci alla routine.

Quando ci si ferma, l’aspetto curioso è che immediatamente si diventa se stessi. Tutto appare più semplice.

John Kabat – Zinn

Questo perché fermandosi si ha la possibilità di essere più presenti a se stessi. Normalmente, invece, la nostra mente è occupata dalle molteplici attività in cui ci ingaggiamo. In vacanza riusciamo a volte a prenderci tempo per noi stessi, concedendoci l’opportunità di fare davvero ciò che ci piace, lasciando fluire tutto in modo più naturale. 

Io, per esempio, sono riuscita a fare più cose per il mio benessere e a leggere di più, nutrendo il mio immaginario grazie a un’autrice e due  autori che ho amato molto: Siri Hustvedt (L’estate senza uomini), Eshkol Nevo (Tre Piani) ed Emmanuel Carrère (Yoga). 

La buona notizia è che si tratta di un malessere temporaneo. Può succedere dopo due/tre settimane di vacanza oppure dopo un periodo che doveva rappresentare un momento di stacco e che, invece, non si è rivelato tale ma al contrario è stato costellato da criticità che non ci aspettavamo. 

Come ce ne accorgiamo? Abbiamo normalmente difficoltà a dormire o uno stato di sonnolenza generale durante la giornata. In sintesi: staremmo volentieri a casa imbozzolati sul divano o nel letto. Potremmo sentirci di malumore, con difficoltà di concentrazione e un po’ arrabbiati “con il mondo”.

Consigli per combattere il malessere

Alcuni consigli pratici per far fronte a questo malessere possono essere quelli di tornare dai viaggi qualche giorno prima del rientro al lavoro, soprattutto se sappiamo di aver bisogno di un “tempo” per ordinare sia i pensieri che per avviare la “casa” in vista della ripresa e cercare di ritagliarsi un po’ di tempo per se stessi (magari non sarà il tempo che abbiamo avuto in vacanza) ma dei momenti per poterci concentrare sulle attività che amiamo (sport/hobby), in modo tale da non sentire in maniera così evidente la differenza tra la vacanza e il rientro alla routine quotidiana. 

L’aspetto positivo di queste sensazioni che avvertiamo e che ci sembrano faticose è quello di spingerci un po’ a riflettere su noi stessi, su come vorremmo gestire meglio il nostro tempo. Settembre è il mese dei nuovi propositi, per molti coincide proprio come se fosse l’inizio del nuovo anno. 

Sarebbe utile esplorare le nostre priorità per avere chiarezza rispetto alle cose che sono importanti per noi. Non possiamo probabilmente realizzare tutti i buoni propositi che abbiamo in mente ma possiamo fare una selezione di ciò che è davvero importante, analizzando le nostre “intenzioni” e facendo chiarezza e spazio dentro di noi.

Su come fare potrebbero esserci molti strumenti, anche pratici (fare delle mappe per esempio seguendo dei percorsi ad hoc focalizzati su questa pratica o farsi aiutare se la situazione appare molto complessa e ci procura disagio).

Un altro consiglio potrebbe anche essere quello di individuare quali siano i momenti della giornata in cui ci sentiamo più predisposti per fare determinate cose (magari siamo più attive e operative al mattino e allora dovremmo collocare in quella fascia le questioni più urgenti e operative e lasciare al pomeriggio le attività che richiedono meno impegno mentale e, magari, più creatività).

L’importanza di programmare bene la giornata

L’idea è quella di mettere nella giusta collocazione della giornata gli impegni sulla base, laddove risulti possibile, di ciò che riteniamo sia più allineato ai nostri ritmi. Per fare questo lavoretto occorre ascoltarsi e rimanere in contatto con ciò che si prova oppure, anche in questo caso, farsi supportare se sembra che sia tutto troppo caotico e complicato. 

La “sindrome da rientro” dalle vacanze può essere trasformata in un momento creativo per ognuno di noi, di conoscenza per gettare le basi su una quotidianità ben strutturata, che alterni i doveri ai “piaceri”, collocandoli anche idealmente in una sorta di planning dove poterci accorgere subito di quali spazi liberi abbiamo e, nel caso non li avessimo, allora bisognerebbe costruire un’agenda più sostenibile… per prenderci cura anche di noi stessi. 

Anche in questo caso sarebbe utile munirsi di carta e penna per continuare quel lavoro ideale di scrittura di sé, rappresentando graficamente la settimana per poter collocare le incombenze alle quali non possiamo sottrarci ma anche i necessari momenti per coltivare i nostri interessi e per nutrire il nostro immaginario. Per approfondire qualche tecnica, non esitate a contattarmi. 

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